Taccuino industriale. Reportages 1945-1980

«Le inchieste di Pomilio nel Sud (e in Sardegna) negli anni in cui tutto, dopo le novità del dopoguerra, torna- va a cambiare e si aprivano al paese prospettive invero nuove di democrazia e di sviluppo, nella continuità con i grandi cambiamenti post-resistenziali, sono una sorpresa, anche per un lettore avvertito e che ben conosce i testi centrali o secondari che hanno affrontato la “questione meridionale”. Sono una sorpresa tanto più gradita quanto più attenta partecipe onesta, e mossa sempre da un sentimento di vicinanza, di interna e forte partecipazione a quanto andava cambiando e soprattutto a quanto doveva cambiare: quanto si poteva peraltro già intuire e cogliere girando e investigando le spinte ambigue e contraddittorie di uno sviluppo che, secondo la discutibile distinzione pasoliniana di pochi anni dopo, non sempre erano di progresso».

—Goffredo Fofi

«I testi che si radunano in questo libro coprono un arco cronologico di venticinque anni, a partire dal capitolo dedicato ai contadini del Fucino (uscito sulla rivista «Prospettive Meridionali» del 1955) fino all’ultimo, scritto in occasione del terremoto dell’Irpinia, avvenuto il 23 novembre 1980. […] Lo sguardo di Mario Pomilio non contiene elementi nostalgici per un mondo arcaico che lo sviluppo economico e tecnologico poteva e doveva mettere in crisi. Semmai rivela curiosità per le trasformazioni socio-economiche in atto, confermando un’attenzione all’uomo che è uno dei tratti fondamentali del Pomilio scrittore».

—Giuseppe Lupo

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Descrizione

«Le inchieste di Pomilio nel Sud (e in Sardegna) negli anni in cui tutto, dopo le novità del dopoguerra, torna- va a cambiare e si aprivano al paese prospettive invero nuove di democrazia e di sviluppo, nella continuità con i grandi cambiamenti post-resistenziali, sono una sorpresa, anche per un lettore avvertito e che ben conosce i testi centrali o secondari che hanno affrontato la “questione meridionale”. Sono una sorpresa tanto più gradita quanto più attenta partecipe onesta, e mossa sempre da un sentimento di vicinanza, di interna e forte partecipazione a quanto andava cambiando e soprattutto a quanto doveva cambiare: quanto si poteva peraltro già intuire e cogliere girando e investigando le spinte ambigue e contraddittorie di uno sviluppo che, secondo la discutibile distinzione pasoliniana di pochi anni dopo, non sempre erano di progresso».

—Goffredo Fofi

«I testi che si radunano in questo libro coprono un arco cronologico di venticinque anni, a partire dal capitolo dedicato ai contadini del Fucino (uscito sulla rivista «Prospettive Meridionali» del 1955) fino all’ultimo, scritto in occasione del terremoto dell’Irpinia, avvenuto il 23 novembre 1980. […] Lo sguardo di Mario Pomilio non contiene elementi nostalgici per un mondo arcaico che lo sviluppo economico e tecnologico poteva e doveva mettere in crisi. Semmai rivela curiosità per le trasformazioni socio-economiche in atto, confermando un’attenzione all’uomo che è uno dei tratti fondamentali del Pomilio scrittore».

—Giuseppe Lupo

Informazioni aggiuntive

Autore

Mario Pomilio

ISBN

978-88-98983-60-5

anno

2021

pagine

160

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