Le donne protagoniste di questa storia lunga almeno tre generazioni si passano l’un l’altra un segreto da custodire: possono farcela da sole, anche senza padri, mariti, fratelli: «nelle loro storie gli uomini erano eventi atmosferici, incidenti capitati sulla strada per farle inciampare». Lo intuisce per prima Tina che è mezzo sorda e che alla risaia impara la resistenza; lo capisce Viola, che scrive lettere ai morti di famiglia e si fa ritrarre nuda senza provare vergogna; per Giada è l’istinto, o forse le stelle che a volte interroga, a dirle che il futuro è tutto nelle sue mani. E Ira, senza «confini spessi abbastanza per ripararsi dagli assalti esterni», che si ritrova a mi surare il proprio spazio nel mondo attraverso distanze, allontanamenti continui.
Ogni singola assenza è la storia di una famiglia, o meglio di una memoria familiare. La memoria delle donne che a essa appartengono e di quelle che hanno incrociato il loro cammino; un romanzo di formazione collettivo, un racconto non edulcorato di sorellanze, maternità, legami.