Pagine milanesi

“In questi testi del periodo milanese si coglie la sensazione che Leonardo Sinisgalli sia passato dalle soleggiate latitudini romane a un luogo freddo e inospitale. «Sono giunto in questa città una sera d’inverno» – annota il 3 dicembre 1933 – «faticosamente il sangue ha fatto abitudine agli agguati della nebbia» (Introduzione a Milano). Ma è solo un’istantanea fotografica, un’impressione dettata dalla solitudine del paesaggio di Lambrate, il «quartiere dell’estrema periferia» come scrive nell’omonimo corsivo del 2 giugno 1934, dove prende dimora inizialmente. Ben presto, infatti, trapela il volto di una civitas in movimento, dedita freneticamente al lavoro nelle fabbriche e ai commerci, disposta non soltanto a concedere accoglienza al nuovo arrivato senza troppi indugi, ma anche a mostrarsi nel suo aspetto luminescente, quale crocevia dove convergono le nuove generazioni di talenti e trovano asilo le tendenze europee d’avanguardia.

12,00

Descrizione

“In questi testi del periodo milanese si coglie la sensazione che Leonardo Sinisgalli sia passato dalle soleggiate latitudini romane a un luogo freddo e inospitale. «Sono giunto in questa città una sera d’inverno» – annota il 3 dicembre 1933 – «faticosamente il sangue ha fatto abitudine agli agguati della nebbia» (Introduzione a Milano). Ma è solo un’istantanea fotografica, un’impressione dettata dalla solitudine del paesaggio di Lambrate, il «quartiere dell’estrema periferia» come scrive nell’omonimo corsivo del 2 giugno 1934, dove prende dimora inizialmente. Ben presto, infatti, trapela il volto di una civitas in movimento, dedita freneticamente al lavoro nelle fabbriche e ai commerci, disposta non soltanto a concedere accoglienza al nuovo arrivato senza troppi indugi, ma anche a mostrarsi nel suo aspetto luminescente, quale crocevia dove convergono le nuove generazioni di talenti e trovano asilo le tendenze europee d’avanguardia.

Informazioni aggiuntive

Autore
ISBN

978-88-89920-52-7

pagine

120

anno

2010

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