I giocattoli

Quattro racconti in puro stile zavattiniano che risalenti agli anni Trenta, anni durante i quali Cesare Zavattini collaborava con Rizzoli e Mondadori, scriveva fumetti, esordiva nella narrativa e la sua vita cominciava a intrecciarsi con quella del regista Vittorio De Sica.
I 4 racconti qui riuniti mostrano uno Zavattini divagante e lunare, quasi metafisico, visionario, con una comicità frutto della sua predisposizione naturale alla meraviglia.

É il suo modo quasi infantile di leggere la vita, i casi umani, di permettersi lo scherzo, la gag umoristica spiazzante, modo ingenuo ma non al punto di dimenticare il male di vivere, anzi volendo proprio dare scacco al dolore con pennellate di colore che distraggono, consolano, strappano il sorriso. Uno Zavattini divagante e lunare, quasi metafisico, visionario, adotta una comicità, mai disgiunta da pietas umana, frutto di una predisposizione naturale alla meraviglia e nutrita da una vocalità tutta sua, originalissima, che non assomiglia a nessun modello contemporaneo…
— Valentina Fortichiari

Giocare è scoprire, è conoscere – come sappiamo avvenire nei giochi dei bambini. Ma per Za, che si rivolge anche agli adulti per quanto ad adulti ritornati bambini, o che ne conservino l’animo, quel che importa è sospingere la mente verso i termini di un’immaginazione in grado di ravvisare ciò che prima non c’era o non era pensabile. (…) Zavattini vuol contrastare il meccanismo coercitivo, ma non per questo ricusa di assumere quelle immagini e figure fornendo loro l’accesso a un diverso universo, a un mondo interamente fantastico. Perché giocare con la fantasia ha anche il senso di esercitare una facoltà capace di incidere sulla realtà. In questo modo, ogni qualsiasi immagine di giocattolo può accendere la mente, come accade con un oggetto particolare che nasconda il suo segreto.
— Gualtiero De Santi

Categoria:

12,00

Descrizione

Quattro racconti in puro stile zavattiniano che risalenti agli anni Trenta, anni durante i quali Cesare Zavattini collaborava con Rizzoli e Mondadori, scriveva fumetti, esordiva nella narrativa e la sua vita cominciava a intrecciarsi con quella del regista Vittorio De Sica.
I 4 racconti qui riuniti mostrano uno Zavattini divagante e lunare, quasi metafisico, visionario, con una comicità frutto della sua predisposizione naturale alla meraviglia.

É il suo modo quasi infantile di leggere la vita, i casi umani, di permettersi lo scherzo, la gag umoristica spiazzante, modo ingenuo ma non al punto di dimenticare il male di vivere, anzi volendo proprio dare scacco al dolore con pennellate di colore che distraggono, consolano, strappano il sorriso. Uno Zavattini divagante e lunare, quasi metafisico, visionario, adotta una comicità, mai disgiunta da pietas umana, frutto di una predisposizione naturale alla meraviglia e nutrita da una vocalità tutta sua, originalissima, che non assomiglia a nessun modello contemporaneo…
— Valentina Fortichiari

Giocare è scoprire, è conoscere – come sappiamo avvenire nei giochi dei bambini. Ma per Za, che si rivolge anche agli adulti per quanto ad adulti ritornati bambini, o che ne conservino l’animo, quel che importa è sospingere la mente verso i termini di un’immaginazione in grado di ravvisare ciò che prima non c’era o non era pensabile. (…) Zavattini vuol contrastare il meccanismo coercitivo, ma non per questo ricusa di assumere quelle immagini e figure fornendo loro l’accesso a un diverso universo, a un mondo interamente fantastico. Perché giocare con la fantasia ha anche il senso di esercitare una facoltà capace di incidere sulla realtà. In questo modo, ogni qualsiasi immagine di giocattolo può accendere la mente, come accade con un oggetto particolare che nasconda il suo segreto.
— Gualtiero De Santi

Informazioni aggiuntive

Autore
ISBN

978-88-98983-03-2

pagine

64

anno

2015

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