Casa che eri
“Ci è voluto un uomo – uno stronzo mancato in mezzo a tutti gli stronzi veri che ho a vario titolo amato – per metterci in crisi, per rivelarci”.
UNO SCRITTORE GIOVANISSIMO E STRAORDINARIO
Una storia di neo quarantenni, nella sonnolenza feroce di una Roma (e di un’età) senza apparente futuro. Ma prima di tutto una storia sul tradimento, reale e percepito, di un’amicizia, quella tra i due protagonisti Aldo (voce narrante) e Luisa, quando entra nelle loro vite Alessio Patriarca. Dunque una storia di gelosia e di personaggi secondari affatto secondari (Vittorio e Michel nella stanza dei colombi; Caterina che guasta il suo canto con le sigarette e vigila sulla figlia Dacia che forse nasce e forse no; Patrizia che da sola resta a fare la guardia a una villa a Tivoli assediata dagli uccelli…), dentro una Roma che di borghese ha solo qualche sentimento superstite, e palazzi e appartamenti che, per i protagonisti, diventano gabbie.
dicono di lui
“Giorgio Ghiotti è uno dei prodigi della nostra letteratura. Ha iniziato prestissimo e subito si è dimostrato all’altezza delle aspettative. Porta con sé da
anni il bagaglio della nostra scrittura del Novecento da cui si fa sempre accogliere e sorprendere. In questo ultimo romanzo raggiunge uno stadio nuovo. La scrittura feroce e onirica a tratti dei racconti si scioglie nella malinconia. Una malinconia terribile perché riguarda i giovani mentre la loro gioventù è ancora qui, presente. La sparizione di un amico porta le aspettative dei venti anni a scolorire e perdersi nei rimpianti degli adulti. Ghiotti ha il passo sicuro e racconta con la sua solita eleganza schietta sessualità, dolore, rancori e fallimenti.” — Giulia Caminito
“Ecco come scrive Giorgio Ghiotti. Come un poeta che costruisce una storia. Questa, uscita per Hacca edizioni, è una storia di perdita, è la storia di chi sopravvive a una perdita che non è definitiva e per questo non può elaborarne il lutto, non può dire addio.” — Rosella Postorino
“La stupefacente scrittura di Giorgio Ghiotti trasforma scene potenzialmente già viste in continua sorpresa, tuffo al cuore, groppo in gola, struggente rivelazione.”— Piergiorgio Paterlini
“Giorgio Ghiotti ha esordito a 18 anni con una raccolta di racconti intitolata Dio giocava a pallone. È da allora (nottetempo, 2013) che lo tengo d’occhio. Un talento di poeta (la scienza innata di accoppiare parole) che è maturato in un romanzo di sorprendente capacità evocativa, Atti di un mancato addio. Un romanzo dolente e profondo, che riproduce alla perfezione quel pendolare fra l’euforia di esistere e la paura di crescere tipico di un’età che rimpiangi soltanto quando te la sei dimenticata.” — Lidia Ravera
“Atti di un mancato addio è un romanzo di mancanze. Di quelle «tante domande che ci abitavano allora» e «quante poche risposte». Di quell’addio che non riesci a dare a una stagione perché nel momento in cui ti rendi conto del suo passaggio, «ha già girato l’angolo».” — Ermanno Paccagnini
16,00€
Descrizione
“Ci è voluto un uomo – uno stronzo mancato in mezzo a tutti gli stronzi veri che ho a vario titolo amato – per metterci in crisi, per rivelarci”.
UNO SCRITTORE GIOVANISSIMO E STRAORDINARIO
Una storia di neo quarantenni, nella sonnolenza feroce di una Roma (e di un’età) senza apparente futuro. Ma prima di tutto una storia sul tradimento, reale e percepito, di un’amicizia, quella tra i due protagonisti Aldo (voce narrante) e Luisa, quando entra nelle loro vite Alessio Patriarca. Dunque una storia di gelosia e di personaggi secondari affatto secondari (Vittorio e Michel nella stanza dei colombi; Caterina che guasta il suo canto con le sigarette e vigila sulla figlia Dacia che forse nasce e forse no; Patrizia che da sola resta a fare la guardia a una villa a Tivoli assediata dagli uccelli…), dentro una Roma che di borghese ha solo qualche sentimento superstite, e palazzi e appartamenti che, per i protagonisti, diventano gabbie.
dicono di lui
“Giorgio Ghiotti è uno dei prodigi della nostra letteratura. Ha iniziato prestissimo e subito si è dimostrato all’altezza delle aspettative. Porta con sé da
anni il bagaglio della nostra scrittura del Novecento da cui si fa sempre accogliere e sorprendere. In questo ultimo romanzo raggiunge uno stadio nuovo. La scrittura feroce e onirica a tratti dei racconti si scioglie nella malinconia. Una malinconia terribile perché riguarda i giovani mentre la loro gioventù è ancora qui, presente. La sparizione di un amico porta le aspettative dei venti anni a scolorire e perdersi nei rimpianti degli adulti. Ghiotti ha il passo sicuro e racconta con la sua solita eleganza schietta sessualità, dolore, rancori e fallimenti.” — Giulia Caminito
“Ecco come scrive Giorgio Ghiotti. Come un poeta che costruisce una storia. Questa, uscita per Hacca edizioni, è una storia di perdita, è la storia di chi sopravvive a una perdita che non è definitiva e per questo non può elaborarne il lutto, non può dire addio.” — Rosella Postorino
“La stupefacente scrittura di Giorgio Ghiotti trasforma scene potenzialmente già viste in continua sorpresa, tuffo al cuore, groppo in gola, struggente rivelazione.”— Piergiorgio Paterlini
“Giorgio Ghiotti ha esordito a 18 anni con una raccolta di racconti intitolata Dio giocava a pallone. È da allora (nottetempo, 2013) che lo tengo d’occhio. Un talento di poeta (la scienza innata di accoppiare parole) che è maturato in un romanzo di sorprendente capacità evocativa, Atti di un mancato addio. Un romanzo dolente e profondo, che riproduce alla perfezione quel pendolare fra l’euforia di esistere e la paura di crescere tipico di un’età che rimpiangi soltanto quando te la sei dimenticata.” — Lidia Ravera
“Atti di un mancato addio è un romanzo di mancanze. Di quelle «tante domande che ci abitavano allora» e «quante poche risposte». Di quell’addio che non riesci a dare a una stagione perché nel momento in cui ti rendi conto del suo passaggio, «ha già girato l’angolo».” — Ermanno Paccagnini
Informazioni aggiuntive
Autore | Giorgio Ghiotti |
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ISBN | 978-88-98983-92-6 |
pagine | 202 |
anno | 2025 |
Recensioni
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