La felicità è una cosa magnifica
Che Pasquale Festa Campanile fosse uno scrittore anomalo rispetto al proprio tempo ce lo suggeriscono i quattro racconti pubblicati sulla «Fiera Letteraria» tra il 1948 e il 1951 e mai più ripresi. Ha da poco compiuto vent’anni, si sta affacciando a una vocazione letteraria, però non risente delle discussioni che gravano sull’Italia degli anni Quaranta e Cinquanta e che obbligano gli autori a scelte ideologiche: l’impegno, la militanza, lo schierarsi politicamente. Festa Campanile dirà la sua con il romanzo d’esordio, La nonna Sabella, uscito nello stesso 1957 in cui vede la luce anche Il Gattopardo, parallelo nella scelta dell’argomento (la difficile transizione del Mezzogiorno dai Borboni allo Stato unitario), ma paradossalmente agli antipodi nella concezione della Storia: non la sfiducia che esprime il Principe di Salina, ma il conflitto tra una borghesia garibaldina-socialista e una borghesia più tradizionalmente agraria e cattolica, con le prime fiammate a favore dei briganti. Qualcosa delle atmosfere di quel libro è già presente in uno di questi racconti: La nonna Giulia, probabilmente il più autobiografico dei quattro, da considerarsi a motivo ispiratore del romanzo non soltanto in ragione del titolo. Il giovane che scrive questi racconti ha il cuore nella memoria dell’infanzia e la testa dentro la cronaca del secondo dopoguerra: soldati, reduci, caserme. Soprattutto ha capito che la vita va guardata di lato, mai di fronte. Uno sguardo obliquo, trasversale sul tempo e sugli uomini, che l’autore manterrà sempre. [Giuseppe Lupo]
Prefazione di Andrea Di Consoli – Postfazione di Raffaele Nigro
12,00€
Descrizione
Che Pasquale Festa Campanile fosse uno scrittore anomalo rispetto al proprio tempo ce lo suggeriscono i quattro racconti pubblicati sulla «Fiera Letteraria» tra il 1948 e il 1951 e mai più ripresi. Ha da poco compiuto vent’anni, si sta affacciando a una vocazione letteraria, però non risente delle discussioni che gravano sull’Italia degli anni Quaranta e Cinquanta e che obbligano gli autori a scelte ideologiche: l’impegno, la militanza, lo schierarsi politicamente. Festa Campanile dirà la sua con il romanzo d’esordio, La nonna Sabella, uscito nello stesso 1957 in cui vede la luce anche Il Gattopardo, parallelo nella scelta dell’argomento (la difficile transizione del Mezzogiorno dai Borboni allo Stato unitario), ma paradossalmente agli antipodi nella concezione della Storia: non la sfiducia che esprime il Principe di Salina, ma il conflitto tra una borghesia garibaldina-socialista e una borghesia più tradizionalmente agraria e cattolica, con le prime fiammate a favore dei briganti. Qualcosa delle atmosfere di quel libro è già presente in uno di questi racconti: La nonna Giulia, probabilmente il più autobiografico dei quattro, da considerarsi a motivo ispiratore del romanzo non soltanto in ragione del titolo. Il giovane che scrive questi racconti ha il cuore nella memoria dell’infanzia e la testa dentro la cronaca del secondo dopoguerra: soldati, reduci, caserme. Soprattutto ha capito che la vita va guardata di lato, mai di fronte. Uno sguardo obliquo, trasversale sul tempo e sugli uomini, che l’autore manterrà sempre. [Giuseppe Lupo]
Prefazione di Andrea Di Consoli – Postfazione di Raffaele Nigro
Informazioni aggiuntive
Autore | |
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ISBN | 978-88-98983-27-8 |
pagine | 63 |
anno | 2017 |
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